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ricordo di aver avuto l'occasione di ammirare i suoi gioielli diversi anni fa in occasione di una mostra a Forlimpoli. Parlando del suo lavoro con il dr. Matteucci, allora presidente della Pro-Loco, ebbe a dirmi "questo ragazzo stà scrivendo una pagina di storia della Romagna". Al momento, chiamato ad altri impegni, non ebbi la possibilità di approfondire il concetto. Solo ora, a distanza di oltre 12 anni, visionando queste pagine, mi viene in mente e mi appare chiaro ciò che intendeva dire. L'allusione era molto probabilmente riferita alla collaborazione tra Lei e Nadiani per la costruzione di una caveja nel rispetto della storia conosciuta. Lo stesso connubio Martuzzi-Spallicci riportò in auge le dimenticate cante romagnole. Complimenti, con l'augurio che gli storici di cose romagnole possano leggere le sue pagine e valutare il suo lavoro come un'innegabile evento storico della Romagna dalla decadenza della caveja, 1930, a oggi.